Codice Penale art. 517 quater - Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (1).Contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari (1). [I]. Chiunque contraffà o comunque altera indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari è punito con la reclusione fino a due anni e con la multa fino a euro 20.000. [II]. Alla stessa pena soggiace chi, al fine di trarne profitto, introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita, pone in vendita con offerta diretta ai consumatori o mette comunque in circolazione i medesimi prodotti con le indicazioni o denominazioni contraffatte. [III]. Si applicano le disposizioni di cui agli articoli 474-bis, 474-ter, secondo comma, e 517-bis, secondo comma. [IV]. I delitti previsti dai commi primo e secondo sono punibili a condizione che siano state osservate le norme delle leggi interne, dei regolamenti comunitari e delle convenzioni internazionali in materia di tutela delle indicazioni geografiche e delle denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari. (1) Articolo inserito dall'art. 15, comma 1, della l. 23 luglio 2009, n. 99. competenza: Trib. monocratico arresto: non consentito fermo: non consentito custodia cautelare in carcere: non consentita altre misure cautelari personali: v. art. 290, secondo comma, c.p.p. procedibilità: d'ufficio InquadramentoTale delitto è stato introdotto dall'art. 15 comma 1, lett. e) l. n. 99/2009 e consiste nel fatto di chi contraffà o altera indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari, o chi, introduce nel territorio dello Stato, detiene per la vendita, pone in vendita con offerta diretta ai consumatori o mette comunque in circolazione i medesimi prodotti con le indicazioni o denominazioni contraffatte per trarne un profitto. Bene giuridico protettoLa norma di cui all'art. 517-quater tutela la fiducia riposta dai consumatori sulla provenienza e sulla qualità dei prodotti agroalimentari di qualità. Soggetto attivoLa norma ha portata generale in quanto il soggetto attivo può essere chiunque si rende colpevole dei fatti descritti. Si tratta, pertanto, di un reato comune. Elemento oggettivoLa condotta di detto reato è costituita dalla contraffazione o alterazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine di prodotti agroalimentari, oppure dall'introduzione nel territorio dello Stato, dalla detenzione per la vendita, dalla messa in vendita con offerta diretta ai consumatori o dal mettere in circolazione i prodotti agroalimentari con le indicazioni o denominazioni contraffatte. Per contraffazione si deve intendere la manipolazione delle indicazioni geografiche o delle denominazioni di origine tale da trarre in inganno il consumatore sulla effettiva provenienza del prodotto. Per alterazione si deve intendere la modifica parziale delle indicazioni geografiche o delle denominazioni di origine messa in atto tramite l'aggiunta o l'eliminazione degli elementi costitutivi marginali. Per messa in vendita con offerta diretta ai consumatori deve intendersi l'offerta della merce e non la sola giacenza nei luoghi destinati alla vendita. Per messa in circolazione deve intendersi qualsiasi ipotesi di immissione sul mercato dei prodotti. A norma dell'art. 2 Reg. CE n. 510/06, per denominazione d'origine si intende il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese,la cui qualità o le cui caratteristiche sono dovute essenzialmente o esclusivamente ad un particolare ambiente geografico, inclusi i fattori naturali e umani, e la cui produzione, trasformazione e elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata. Per indicazione geografica si intende il nome di una regione, di un luogo determinato o, in casi eccezionali, di un paese che serve a designare un prodotto agricolo o alimentare come originario di tale regione, di tale luogo determinato o di tale paese e del quale una determinata qualità, la reputazione o altre caratteristiche possono essere attribuite a tale origine geografica e la cui produzione e/o trasformazione e/o elaborazione avvengono nella zona geografica delimitata. Sono altresì considerate come denominazioni d'origine o indicazioni geografiche le denominazioni tradizionali, geografiche o meno, che designano un prodotto agricolo o alimentare e che soddisfino i requisiti suddetti. Sono equiparate a denominazioni d'origine talune designazioni geografiche qualora le materie prime dei prodotti da esse designati provengano da una zona geografica più ampia della zona di trasformazione, o diversa da essa, purché siano soddisfatte le seguenti condizioni: a) la zona di produzione delle materie prime sia delimitata; b) sussistano condizioni particolari per la produzione delle materie prime; c) esista un regime di controllo atto a garantire l'osservanza delle condizioni di cui alla lettera b). Ai sensi del comma 4 solo le denominazioni di origine e le indicazioni geografiche che sono registrate ricevono tutela penale. Il delitto è configurabile non solo nel caso di falsificazione del marchio IGP/DOP, ma anche quando non sia rispettato il relativo disciplinare di produzione con riferimento alle materie prime utilizzate, al luogo di produzione, al metodo di ottenimento e alle principali caratteristiche fisiche, chimiche, microbiologiche e organolettiche del prodotto (Cass. III, n. 49889/2019). Elemento soggettivoL'elemento soggettivo del reato è costituito, per quanto riguarda il comma 1, dal dolo generico che consiste nella coscienza e volontà della contraffazione e dell'alterazione e dalla consapevolezza che l'indicazione geografica o la denominazione di origine è stata registrata o riceve tutela dalle leggi nazionali o internazionali. Per quanto riguarda il comma 2, è richiesto il dolo specifico costituito dal fine di trarre profitto dall'introduzione nel territorio dello Stato, dalla detenzione per la vendita, dal porre in vendita con offerta diretta ai consumatori o dal mettere comunque in circolazione i prodotti con le indicazioni o denominazioni contraffatte. Consumazione e tentativoConsumazione Il reato si consuma nel momento e nel luogo di alterazione, contraffazione, introduzione nel territorio dello Stato, detenzione per la vendita, messa in vendita con offerta diretta ai consumatori o messa in circolazione dei prodotti con le indicazioni o denominazioni contraffatte. Tentativo Il tentativo è configurabile. Circostanze aggravantiSi applica la circostanza aggravante prevista dall'art. 474-ter, comma 2, come disposto dal comma 3 dell'art. 517-quater, nel caso in cui il delitto è commesso in modo sistematico o attraverso l'allestimento di mezzi e attività organizzate. Circostanze attenuantiSi applica la circostanza attenuante prevista dall'art. 517-quinquies nel caso in cui il colpevole si adopera per aiutare concretamente l'autorità di polizia o l'autorità giudiziaria nell'azione di contrasto del delitto ex art. 517-quater, nonché nella raccolta di elementi decisivi per la ricostruzione dei fatti e per l'individuazione o la cattura dei concorrenti nello stesso ovvero per l'individuazione degli strumenti occorrenti per la commissione del delitto o dei profitti che derivano da esso. Pene accessorieCome disposto dal comma 3 dell'art. 517-quater, se il fatto è di particolare gravità o in casi di recidiva specifica, il giudice può applicare le pene accessorie previste dall'art. 517-bis, comma 2, cioè la chiusura dello stabilimento o dell'esercizio in cui il fatto è stato commesso da un minimo di cinque giorni ad un massimo di tre mesi, la revoca della licenza, dell'autorizzazione o dell'analogo provvedimento amministrativo che consente lo svolgimento dell'attività commerciale nello stabilimento o nell'esercizio stesso. ConfiscaCome disposto dal comma 3 dell'art. 517-quater, è prevista la confisca obbligatoria o per equivalente di cui all'art. 474-bis, delle cose che sono servite o sono state destinate a commettere il reato e delle cose che ne sono l'oggetto, il prodotto, il prezzo o il profitto, a chiunque appartenenti. Se non è possibile eseguire il provvedimento di confisca, il giudice ordina la confisca dei beni di cui il reo ha la disponibilità per un valore corrispondente al profitto. Responsabilità dell'ente: sanzioneIn relazione alla commissione del delitto ex art. 517-quater, è prevista la responsabilità amministrativa da reato dell'ente; infatti, l'art. 25-bis.1 d.lgs. n. 231/2001, introdotto dall'art. 15. comma 7, l. n. 99/2009, così recita: «In relazione alla commissione dei delitti contro l'industria e il commercio previsti dal codice penale, si applica all'ente le seguenti sanzioni pecuniarie: a) per i delitti di cui agli artt. 513,515,516,517,517-ter, 517-quater la sanzione pecuniaria fino a cinquecento quote.» Rapporto con altri reatiIl delitto di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari, di cui all'art. 517-quater, non richiede che le indicazioni fallaci siano idonee ad ingannare il pubblico dei consumatori, essendo finalizzato a proteggere l'interesse dei produttori titolati ad utilizzare le predette indicazioni o denominazioni; né esige che l'origine del prodotto sia tutelata, ai sensi dell'art. 11 d.lgs. n. 30 del 2005, attraverso la registrazione di un marchio collettivo, la cui contraffazione può pertanto integrare, attesa la mancata previsione di clausole di riserva, anche i reati di cui agli artt. 473 o 474 (Cass. Sez. V, n. 13767/2024; Cass. III, n. 28354/2016). Cause di non punibilitàIn relazione all'entità della pena, è possibile applicare la causa di non punibilità prevista dall'art. 131-bis, salvo la verifica in concreto degli altri parametri previsti dalla norma. Profili processualiLa contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari è un reato procedibile d'ufficio, e di competenza del Tribunale monocratico. Non è consentito l'arresto, il fermo e l'applicazione di misure cautelari personali. Nel procedimento di riesame, il divieto assoluto di revoca del sequestro previsto dall'art. 324, comma 7, nei casi di confisca obbligatoria di cui all'art. 240, comma 2, non può essere esteso automaticamente alle ipotesi previste dall'art. 474-bis, cui fa rinvio l'art. 517-quater. (Fattispecie in cui la Corte ha ritenuto legittima la restituzione di prodotti alimentari confezionati in barattoli recanti etichetta mendace ma genuini) (Cass. III, n. 7673/2012). BibliografiaBerenini, Delitti contro l'economia pubblica, l'industria e il commer.io: Titolo VIII del libro II del Codice penale, Milano, 1937; Di Amato, Codice di diritto penale delle imprese e delle società, Milano; Guariniello, Codice della sicurezza degli alimenti, Milano; Lattanzi, Codice penale commentato, Milano. |